Vi propongo questo testo tratto da Kalyana-Kalpataru ed attribuito a Siva.
La traduzione è mia.
Namasté,
Mistico
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Tu non sei il corpo
Considera chi sei realmente. Il corpo che tu immagini essere il tuo stesso sé e riferendoti al quale molto spesso dici: Sono felice, sono infelice, mi sono ammalato, sono sano e robusto, e così via, sei davvero questo corpo? Prova a richiamare quale era la forma e sembianza di questo corpo quando era un mero bambino, a quali trasformazioni è andato incontro durante la giovinezza, e guarda quando è completamente cambiato adesso nella sua vecchiaia.
Una persona a cui è capitato di vedere questo corpo nella sua gioventù non sarà in grado di riconoscerlo adesso. Le piccole, soffici mani e piedi, la faccia incantevole, i denti bianco latte ed i soffici capelli ricci di quei giorni non hanno alcuna affinità con la schiena incurvata, la pelle rugosa, i capelli argentati, la faccia compressa, e la sgradevole apparenza di oggi.
Il corpo che possedevi nella gioventù è morto, in realtà, molto tempo fa; nessuna traccia di esso è rimasta nel corpo presente. Sei tu, quindi, questo corpo mutevole? No, tu non sei il corpo. Tu sei quello che è equalmente consapevole dei tre stati attraverso i quali il corpo è passato – gioventù, maturità e vecchiaia. Il corpo è andato incontro a così tanti cambiamenti, ma tu sei sempre lo stesso. Il corpo è materia insenziente, mentre tu sei il consapevole Spirito.
Il corpo cresce e decade, mentre tu rimani lo stesso in tutte le condizioni. Il corpo nasce e muore, ma tu rimani eternamente nello stesso stato di esistenza. Allora perché immagini che il tuo Sé sia il corpo? Perché identifichi te stesso con l’onore ed il disonore, piacere e dolore, nascita o morte del corpo? Non è un errore da parte tua fare ciò?
Tu non sei nemmeno il nome con il quale sei chiamato
Adesso, dimmi, sei il nome con il quale hai associato te stesso? Non appena sei chiamato con questo nome tu rispondi anche quando sei addormentato! Se il nome viene abusato, t scoppi in lacrime con dolore e risentimento; il tuo sangue comincia a ribollire per l’indignazione.
Ma considera, sei davvero questo nome? Puoi dirmi quale era il nome che portavi quando eri nello stadio di un embrione? Possedevi questo nome prima che tu vedessi la luce, il nome che consideri come il tuo sé oggi? No, non lo possedevi in quel tempo. Manterrai questo nome anche nella tua prossima vita? No, non lo manterrai.
Allora perché identifichi te stesso con il tuo attuale nome? Esso è soltanto un titolo assunto che è transiente e può essere cambiato a volontà. Quindi perché prendi la lode o la censura di questo nome, come la tua lode o censura, e perché sei favorevolmente o sfavorevolmente affetto dalle stesse? E’ questo un altro errore da parte tua?
Tu non sei i sensi
Bene, consideri te stesso come qualunque degli organi di senso, come gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua o il palato, la pelle, le mani i piedi e così via? Se così la tu vita cessa quando i tuoi occhi perdono la visione, quando le tue orecchie perdono il potere di ascoltare, il tuo naso è amputato o le tue mani o piedi sono mutilate? No, tu non muori perdendo ciascuno di questi organi o arti. Quindi come puoi essere i sensi? Tu sei il percepitore o conoscitore dei sensi e delle loro attività, così come della loro condizione sana o malata. Non è quindi uno sbaglio, da parte tua, immaginare che tu sei i sensi?
Tu non sei la mente
Adesso molto probabilmente dirai di essere la mente. Ma rifletti soltanto prima di dire così; quando la mente è affollata da diversi pensieri, non riconosci questi pensieri? Se non li riconosci come puoi dire “Tale e tale pensiero vengano nella mia mente in questo momento?” Se tu riconosci il pensiero, sappi per certo che il conoscitore è differente dalla cosa conosciuta.
La mente si perde nello stato di sonno profondo, ma tu persisti la anche in tale stato, perché quando ti svegli, dici “Ho goduto di un sonno profondo.”
La mente vaga qua e la ma tu rimani fisso dove stai e osservi ognuno dei suoi movimenti, e conosci tutti i loro segreti. Quindi tu non sei la mente. Tu sei colui che osserva la mente. Pertanto non è altro che un errore da parte tua immaginare che tu sei la mente.
Tu non sei l’intelletto
Tu non sei nemmeno l’intelletto. Proprio come riconosci ogni movimento della mente, tu riconosci anche ogni fase dell’intelletto, ciascuna delle sue attività, i cambiamenti a cui esso va incontro, la sua sublimità o depravazione, la sua purezza o impurità, ed i suoi giudizi giusti o sbagliati. Tutti questi sono accidentali all’intelletto; essi vanno e vengono e sono anche soggetti a crescita e declino, ma tu sei sempre occupato nell’osservare i loro movimenti. E’ per questo che tu spesso hai detto: “La mia ragione ha fallito ed il mio giudizio si è deformato in quel momento; l’impurezza del mio intelletto è stata adesso pulita via attraverso l’influenza del satsanga (nobile compagnia).”
Com’è allora che invece di riconoscere te stesso come l’osservatore dell’intelletto guardi a te stesso come intelletto? Non è altro che un errore da parte tua.
Tu non sei l’ego
Tu non sei nemmeno l’ego. Avresti dovuto considerare te stesso come l’ “IO” mentre eri stabilito nell’Atma (anima), il tuo vero Sé, questo sarebbe stato perfettamente giusto; ma invece di questo tu asserisci il tuo ego mentre ti identifichi con la totalità del corpo, sensi, mente e intelletto. In realtà tu sei l’osservatore anche di questo ego. Quindi tu ha detto, “Ho detto una tal cosa sbagliandomi per egotismo”.
Tu sei l’Anima
Non hai realizzato adesso che non sei il corpo, il nome, i sensi, la mente, l’intelletto o l’ego? Tu sei il puro, illuminato, eterno, cosciente e beato Sé. Tu non sei distrutto quando il corpo è distrutto, ne sei creato nuovamente quando il corpo è creato. La glorificazione o diffamazione del tuo nome non può glorificarti o diffamarti. Tu sei eternamente immutabile. Nessuno può abusare di te o insultarti, nessuno può nemmeno ucciderti o ferirti. Tu rimani eternamente e immutabilmente equilibrato nel tuo Sé. Prova a realizzare questo e rimani non mosso dalle polarità dell’esistenza mondana.
Tale equilibrio nel Sé è il tuo reale e permanente stato di esistenza. L’appagamento della tua vita consiste nell’ottenere questo stato, o meglio, nel realizzare questo eterno stato nel tuo essere. Nel momento in cui realizzerai la tua identità verrai trasformato in un Mahatma o nobile anima. La depravazione dell’anima giace nell’identificare il Sé con il nome, la forma, i sensi o la mente; e la nobiltà dell’anima o stato di Mahatma consiste nel vedere l’anima immutabilmente stabilita nella sua grande identità.
Cosa è il vero stato di Mahatma?
Tale stato non si guadagna solamente essendo in grado di leggere e scrivere le cose sopra, o coltivando l’arte del parlare. Anche un pappagallo può ripetere le cose per abitudine. Tutti gli studenti del Vedanta conoscono queste cose a memoria, ma che utilità ha questa conoscenza per loro?
La vera conoscenza è quella per la quale c’è una completa cessazione dell’identificazione e attaccamento con il corpo e la mente, e nella quale l’anima non si cura del guadagno o della perdita di queste cose come del suo guadagno o perdita, ma rimane eternamente immutabile nel suo vero stato dell’essere.
Questa è la missione della tua vita; questa è l’unica disciplina spirituale che devi perseguire con diligenza.