domenica 21 febbraio 2010

La sorgente della gioia

"Scoprite la sorgente della gioia interiore; essa non viene mai meno, è sempre colma e sempre fresca poiché scaturisce da Dio."

Oggi è un giorno sacro, è il giorno in cui onoriamo il Saggio Vyâsa che dette all'umanità la gemma preziosa del culto Saguna (l'adorazione di Dio con Forma) nonché la speranza e la certezza che mânava (l'uomo) può diventare Mâdhava (Dio), che nara (l'uomo) può diventare Nârâyana (Dio) e jîva (l'anima individuale) può assurgere a Brahman (l'Essere Cosmico) o, piuttosto, che jîva è Brahman. Il Bhâgavata, i Purâna e il Brahmasûtra sono i grandi testi che esaltano tali dottrine preziose.

Siate parenti di Dio

L'uomo è una mescolanza di elementi della stessa sostanza a due a due: mâyâ (illusione) e Mâdhava (Dio), bhrama (illusione) e Râma (Dio), deha (corpo) e Dehî (Âtma), jada (materia inerte) e Cit (Consapevolezza), sharîra (corpo) e sharîrî (anima incarnata), jîva (anima individuale) e Brahman (l'Universale). Prendendo ad esempio le due pietre circolari di una macina, quella del Brahman è fissa e quella del jîva si muove; la pietra fissa è la base e quella che si muove è la "dipendente". Il Guru è il maestro che rimuove da noi l'ignoranza fondamentale, che cela la conoscenza di questa verità, e il Pûrnimâ, o giorno di plenilunio, è stato scelto per onorarlo. Per effetto della conoscenza, esso pone fine all'angoscia bruciante riversando, invece, fresco conforto nella mente dell'uomo. Vyâsa è venerato come Nârâyana Stesso perché chi, se non Dio, può ispirare tale illuminazione? Se la vostra fedeltà va alla famiglia, voi siete un servitore di questa mentre, se va a Dio, siete un Suo servitore. Però non badate al compenso che vi dà, non discutete né mercanteggiate per avere retribuzioni o ricompense: solo i lavoratori esterni chiedono a gran voce la paga e ne lamentano l'ammontare. Siate un parente, un membro della famiglia, un rampollo di Dio: allora mantenervi nel benessere sarà compito Suo. Cercate di essere vicini a Dio, vicini come Suoi congiunti; non calcolate il numero di ore che avete trascorso nel servirLo e non doletevi se Egli non vi ha compensato. Siate sempre al Suo servizio, vale a dire compite il bene e siate buoni.

Collegatevi a Dio con il "cavo" dello Smarana

Karna sapeva che la morte è sempre dietro l'angolo e quindi, ogniqualvolta qualcuno andasse da lui per ottenere un favore, lo soddisfaceva immediatamente, anche se era difficile, perché affermava: "La mia mente può cambiare, la mia vita può finire". Quando due persone si incontrano, si chiedono reciprocamente "Va tutto bene?" (Kshemama?) e rispondono entrambe automaticamente "Benissimo, grazie" senza rendersi conto che la loro vita si è accorciata di un giorno. Esse non hanno kshema (benessere), hanno solo subito kshîna (declino). Quindi muovetevi e decidete di trascorrere i vostri giorni il meglio possibile.

Guru è chi vi mostra che avete preso una strada sbagliata che conduce sempre più alle tenebre; questi conosce il sentiero giusto ed è pieno d'amore per tutti coloro che lottano per sfuggire ai travagli del buio senza lampade a illuminare i loro passi.

Questo è il giorno in cui viene ricordato con gratitudine il primo dei Guru: Egli non è altri che Nârâyana, la Realtà. Se non avete un Guru esterno e pregate, sarà il Nârâyana interiore a rivelarvi la strada e a condurvi. È sempre preferibile essere spronati dal Guru interiore perché la maggior parte di coloro che si dichiarano tali stanno essi stessi rotolandosi nei piaceri materiali o sono schiavi dell'avidità, dell'invidia e del malanimo. Guru significa anche "pesante"; molti hanno solo la caratteristica del peso fisico, non dell'altezza spirituale! Se dovete portare la corrente dalla centrale elettrica alla vostra casa per illuminarla, dovete posizionare dei pali a intervalli regolari per collegarla alla centrale con dei cavi; allo stesso modo, se volete guadagnarvi la grazia di Dio, fate sâdhanâ a orari regolari e collegatevi a Dio col "cavo" dello Smarana (la recita del Nome Divino).

Scoprite la sorgente della gioia interiore

I Chârvâka1 asserivano che "è meglio un uovo oggi che una gallina domani". Con ciò intendevano dire che non si deve rinunciare a un piacere del momento nella speranza di qualcosa di meglio nel futuro; eppure la felicità della rinuncia può essere goduta qui e ora ed è molto più soddisfacente ed esaltante di quella che deriva dall'arraffare e dall'attaccamento. Inoltre, c'è una certa soddisfazione nell'essere il padrone dei sensi piuttosto che essere loro schiavo. Poniamo ora che siate schiavi dell'abitudine del caffè ma che decidiate di non alimentare tale attaccamento ed attenervi a questa decisione per tre giorni consecutivi: voi diventate il padrone e la lingua il vostro schiavo! Il caffè non può più tenervi sotto il suo dominio. Se esso fosse in grado di conferire gioia, tutti la otterrebbero in egual misura da tale bevanda; invece qualcuno preferisce il tè e molti trovano il caffè disgustoso, ad alcuni piace prenderlo senza zucchero e ad altri senza latte. Allora è la mente a dare piacere non il caffè, non è l'oggetto a soddisfare i sensi. Il segreto sta nello scoprire la sorgente della gioia interiore che non viene mai a mancare, che è sempre piena e sempre fresca perché scaturisce da Dio. Che cos'è il corpo? Non è altro che l'Âtma racchiuso nei cinque involucri (kosha): quello formato di cibo (annamaya), quello del principio vitale (prânamaya), quello costituito di pensieri (manomaya), quello dell'intelligenza (vijñânamaya) e quello composto di beatitudine (ânandamaya). Con la contemplazione costante di questi involucri, l'aspirante spirituale (sâdhaka) ottiene la discriminazione per recedere dall'esterno e rivolgersi all'interno, al più reale. In tal modo, passo dopo passo, egli abbandona un involucro dopo l'altro e può eliminarli tutti per ottenere la consapevolezza della sua unità con il Brahman.

Verità e Amore quali vostre guide

La maggior parte di voi Mi ode dire queste cose continuamente, anno dopo anno, ma pochi fanno anche il solo primo passo nella sâdhanâ. Voi chiedete che Io continui a parlare e prendete appunti di ciò che dico per rileggerli ma tutto ciò è spreco puro se non li mettete in pratica. Potete parlare in modo altisonante ma venite giudicati non per la vostra lingua bensì per le azioni e il comportamento. C'era una donna che partecipò a una serie intera di incontri sul Bhâgavata e ne colse alcuni passi caratteristici dopodiché divenne troppo pigra per attingere acqua e cominciò a dormire fine a tardi. Quando suo marito la rimproverò, ella citò un verso in cui si affermava che ognuno ha in sé tutti i fiumi sacri, il Gange, lo Yamuna e il Sarasvatî, sotto forma di Idâ, Pingalâ e Sushumnâ (canali sottili di energia a sinistra, a destra e al centro della spina dorsale)! Il marito rimase sbalordito dalla sua sfrontatezza, dal suo atteggiamento spirituale falso ed escogitò di darle cibi molto salati e portar via da casa tutti i recipienti e le brocche d'acqua; quando ella cominciò ad avere molta sete e a chiedere disperatamente acqua, le citò lo stesso inno e volle che attingesse acqua dai fiumi sacri dentro di sé! In voi non c'è spazio per l'ipocrisia e per il doppio gioco nelle cose spirituali; per quanto le riguarda, dovete procedere lungo il sentiero diritto e stretto con la Verità e l'Amore quali vostre guide e compagni. I giovani vanno in Paesi stranieri e i loro anziani genitori si preoccupano delle loro reazioni alle attrattive della cultura straniera; il padre scrive al figlio implorandolo di non abbandonare le abitudini familiari circa il cibo, le bevande, l'adorazione e la preghiera e al figlio vengono le lacrime agli occhi mentre legge tali parole. Egli stringe al petto la lettera ma questo è tutto ciò che fa, cede alle tentazioni e devia, onora la carta su cui è scritta la lettera ma non l'argomento per cui essa è stata scritta. I libri sacri vengono considerati alla stessa stregua: su di essi si gettano fiori a cascata, si santifica il cibo offrendolo loro e li si porta in processione per le strade con in testa suonatori e tamburini. A dispetto di questo, leggerli o provare a capire quello che contengono o mettere in pratica una piccola parte di ciò per cui sono stati scritti, è un compito impossibile per i più!

Non cercate difetti negli altri

Vi dirò solo una cosa che questi libri insegnano, una cosa che voglio decidiate di seguire da oggi in poi: "Non cercate difetti negli altri, smettete di calunniarli e danneggiarli (paradûshana e parahimsâ), non scandalizzate nessuno, non provate invidia o malevolenza, siate sempre dolci nel carattere e nel parlare e riempite la vostra conversazione di devozione e umiltà". Vivete con Amore, in Amore e per Amore (Prema). Allora il Signore, che è l'Incarnazione dell'Amore (Premasvarûpa), vi concederà tutto nonostante non chiediate nulla. Egli sa, è la Madre che non attende il pianto del figlio per nutrirlo; il Suo Amore è così grande e profondo da farGli anticipare ogni vostra necessità e correre in vostro aiuto. Voi tutti spettate ansiosamente di sapere quando vi concederò le "interview" per poter mettere di fronte a Me la lunga lista di desideri che avete portato, che crescono moltiplicandosi e non hanno mai fine. L'appagamento di un desiderio ne porta una nuova serie; lottate per giungere al punto in cui solo il desiderio di Lui conterà e sarete uno strumento nelle Sue Mani.

Alle orecchie piace il male, sono talmente corrotte e snaturate che non accolgono la bontà. Controllate ciò che udite. Le pastorelle (gopî) desideravano soltanto sentir parlare della grandezza di Krishna, del Suo fascino, delle Sue parole, dei Suoi scherzi, dei Suoi giochi, dei Suoi divertimenti, delle Sue imprese, dei Suoi risultati. Quando riempite voi stessi dell'Amore di Krishna, ottenete identità e intima unione con il Divino (sârûpya e sâyujya). Impegnatevi per questo scopo supremo, non per obiettivi inferiori.

Prashânti Nilayam, 13 luglio 1965,

Celebrazione del Gurupûrnimâ

(Tradotto da "Sanâtana Sârathi", luglio 2009)

1. Chârvâka: allievo della scuola materialista fondata dall'omonimo filosofo sofistico il quale propose la forma più grossolana di ateismo o materialismo.