sabato 28 febbraio 2009

Diventate ciò che pensate

Oggi vorrei condividere con voi queste parole di Sai Baba sull'importanza ed il potere che i pensieri hanno nelle nostre vite.

Namasté,
Mistico

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L'ENORME POTERE DELLE ONDE PENSIERO

La mente può correre più velocemente della Luce. Mentre vi trovate a Whitefield siete in grado di ascoltare un programma di musica emesso nello stesso istante da una stazione radio a Dehli. La mente agisce allo stesso modo, come un'onda radio. Le onde pensiero emanate dalla mente hanno le stesse proprietà delle onde radio. Non c'è limite alle onde che si sollevano dall'oceano della mente. Il potere del pensiero è adamantino: i pensieri sopravvivono al corpo umano, le onde pensiero si irradiano in modo molto simile alle onde del calore, alle onde radio ed alle onde luce. Le onde del pensiero sono la causa della gioia o del dolore dell'uomo, della sua salute o della sua malattia, della sua nascita e della sua morte. La potenza di queste onde dev'essere compresa dall'uomo e la sua condotta si deve basare su questa consapevolezza.

TUTTO IL COSMO È COMPOSTO DA ONDE PENSIERO

Le Scritture dichiarano: 'La mente è alla radice del Cosmo'. Non esistono né un luogo, né una forma, né un'azione in cui la mente sia assente. Pertanto tutti i pensieri umani devono essere rivolti nella giusta direzione'.

RENDETE PURA LA MENTE

La mente diventa pura quando si sviluppano buoni pensieri, buoni sentimenti e buone intenzioni. Solo quando la mente è pura possono esserlo anche le azioni ed i loro frutti. Oggi abbiamo seminato il seme del pensiero ed abbiamo colto il frutto del karma (le azioni) passato. Dal seme del karma nasce il frutto del comportamento (Svabhava). Dal seme del comportamento viene il frutto del carattere e questo coglie il frutto del 'destino' (Adrishtam). Si può quindi percepire come la catena del progresso umano cominci dal pensiero e finisca nel 'destino'. La nostra fortuna e la nostra sfortuna sono quindi legate ai nostri pensieri. Mediante i cattivi pensieri la mente avviluppa l'uomo in un'oscurità impenetrabile. La stessa mente, mediante i buoni pensieri, può anche elevarlo ad altezze sublimi. Ne deriva che i pensieri sono estremamente importanti per l'uomo, ne costituiscono il vero e proprio respiro vitale. Non comprendendo questa verità l'uomo permette alle cattive tendenze, come la rabbia, l'invidia, l'odio e l'arroganza di riempirgli la mente e di conseguenza rischia il disastro. 'Chi di spada ferisce, di spada perisce'. Come sono i pensieri, così i risultati. Tutta l'esistenza umana si basa sui pensieri e sui loro risultati.

I pensieri puri sono la chiave della purezza della mente. Essi hanno una realtà oggettiva vera e propria e sono in relazione con sei caratteristiche associate agli oggetti fisici: peso, forma, qualità, grandezza, forza e colore. Se un uomo ha un fiore in mano si porta dietro il profumo di questo ovunque vada. Allo stesso modo egli può anche portarsi dietro un cattivo odore. È lo stesso con i pensieri buoni o cattivi: essi irradiano vibrazioni buone o cattive intorno ad essi. I pensieri hanno un potere così forte che quando vengono diretti verso obiettivi importanti possono essere utilizzati per influenzare il mondo. Quando la mente è piena di buoni pensieri, quali la verità, l'amore, la tolleranza e la compassione, la vita di una persona viene riempita di pace e serenità. Se invece si permette a pensieri come l'odio, l'invidia, la rabbia e la vendetta di crescere, la vita diventa un perpetuo sconforto. Se riempite il vostro cuore d'Amore la vostra intera vita diventa una saga dell'Amore. Se lo riempite d'odio, invidia e superbia la vita diventa un deprimente deserto. Perciò, sradicate i cattivi pensieri. Un albero che ha diramato le proprie radici profondamente nel terreno non può venir distrutto quando i suoi rami o le sue foglie vengono tagliati. Allo stesso modo, quando cattive qualità come l'odio e la superbia hanno affondato profondamente le loro radici, per l'albero della vita non è facile liberarsene tagliando alcuni rami. Sopprimendo i cattivi pensieri in modo solo intermittente queste malvagità non possono essere sradicate. Per poter acquisire la vera pace la mente dev'essere svuotata completamente di tutti i cattivi pensieri. Ogni pensiero negativo dev'essere sradicato nel momento stesso in cui nasce nella mente. La guerra contro i pensieri cattivi è come una guerra contro orde di nemici che cercano di entrare in un forte attraverso una galleria sotterranea. Tutti i singoli nemici devono essere uccisi ad uno ad uno, man mano che escono dal tunnel.

LA FACCIA È L'INDICE DELLA MENTE

La mente di un uomo è come il piatto di un grammofono. I suoi pensieri, buoni e cattivi, si riflettono sul suo volto, anche se egli non se ne accorge. La faccia di una persona che intrattiene pensieri malvagi sembra quella di un uomo con i foruncoli. La faccia è una lavagna che indica che cosa corre per la testa. Lo stato normale del cuore di un uomo è puro ma quando egli lascia entrare i serpenti velenosi, sotto forma dei cattivi pensieri, attira a sé i guai.

venerdì 13 febbraio 2009

Mahashivaratri

Il 23 febbraio sarà il giorno del Mahashivaratri, il giorno dedicato all'adorazione di Shiva seconda la religione induista. Il Mahashivaratri o notte di Shiva è celebrata con devozione e fervore religioso in onore del Signor Shiva, una delle divinità della trinità induista. L'adorazione prevede un giorno e una notte di digiuno e veglia insieme allo svolgimento dell'adorazione rituale dello Shiva Lingam per soddisfare il Signor Shiva.

I devoti del Signor Shiva osservano il Mahashivaratri seguendo i rituali prescritti con sincerità e devozione. Per tutto il giorno i devoti si astengono dal mangiare cibo e rompono il loro digiuno solamente la mattina successiva, dopo l'adorazione di tutta la notte. I bagni rituali dello Shivalinga nei numerosi templi di Shiva ad opera degli adoratori di Shiva, soprattutto donne, è un'altra caratteristica significativa dei costumi e tradizioni dello Shivaratri. I devoti credono fortemente che l'adorazione rituale del Signor Shiva nel giorno auspicio dello Shivaratri li assolva dai peccati del passato e li benedica con la Moksha (liberazione spirituale).

Come tradizione i devoti si svegliano presto la mattina del giorno del Mahashivaratri e fanno un bagno rituale all'alba, preferibilmente delle sacre rive del Gange. Essi offrono anche preghiere al Dio del Sole, Vishnu e Shiva come una parte del rito di purificazione osservato per tutte le importanti feste Hindu. Dopo aver indossato nuovi abiti freschi i devoti visitano il più vicino tempio di Shiva per fare il tradizionale bagno allo Shivalinga.

L'adorazione del Signor Shiva continua per tutta la notte della festa del Shivaratri. I devoti stanno svegli tutta la notte e spendono la notte nei templi di Shiva in adorazione del Signor Shiva. Per tutta la durata della notte dello Shivaratri si cantano inni e versi in lode e devozione al Signor Shiva accanto all'intenso canto del mantra "Om Namah Shivaya", il mantra che si dice possa liberare le persone da tutti i loro peccati.
La speciale adorazione di Shiva condotta dai preti continua per tutta la notte con vigile preghiera. Durante questa adorazione rituale, al Signor Shiva è offerto del cibo speciale costituito da frutti di stagione, radici di vegetali e noci di cocco. Quelli che osservano il digiuno del Shivaratri lo rompono la mattina successiva consumando il prasad (cibo benedetto) offerto a Shiva.

In accordo con la mitologia Hindu, l'osservanza con disciplina del digiuno del Mahashivaratri aiuta il devoto a controllare le due grandi forze naturali che affliggono l'uomo, il rajas guna (la qualità attivante) ed il tamas guna (la qualità dell'inerzia). Quando un devoto spende l'intero giorno ai piedi del Signore e lo adora con sincerità, il movimento è controllato e i mali come quello della lussuria, rabbia e gelosia nati dal rajas, sono ignorati e sottomessi. Inoltre quando un devoto osserva la veglia per tutta la notte egli riesce anche a conquistare i mali del tamas guna. E' stato anche menzionato che quando un devoto osserva un periodo di adorazione ogni tre ore, le austerità dello Shivaratri diventano perfette.
I devoti del Signor Shiva credono che il digiuno dello Shivaratri sia estremamente auspicio. Alcuni credono che i devoti che osservano il digiuno dello Shivaratri con sincerità e sussurrano il nome del Signor Shiva con perfetta devozione, siano assolti da tutti i peccati. Tali devoti raggiungono la dimora del Signor Shiva e vivono là felicemente. Essi sono anche liberati dal ciclo di nascita e morte.

Esistono diverse interessanti leggende in connessione al Mahashivaratri ma siccome sono piuttosto lunghe da raccontare vi esorto a visitare il sito ufficiale indiano della festa Hindu http://www.mahashivratri.org/mahashivaratri-festival.html dove troverete quanto vi ho scritto più tante altre informazioni.

E' da molto tempo che attendo questo giorno in quanto considero Shiva il Signore e Ré di tutti gli Yogi e personalmente parteciperò. A parte l'adorazione rituale del Linga ed altri rituali che non conoscendo non potrei fare a casa, dedicherò l'intera giornata alla meditazione ed alla ripetizione del Mahamantra "Om Namah Shivaya" insieme al digiuno ed alla veglia. 
Dedicare ogni tanto, possibilmente in occasione di feste importanti (che siano Hindu o Cristiane o di altro poco importa), delle giornate solo al Signore e ad una delle sue forme che hanno toccato questa terra è sicuramente purificante ed importante per accrescere i nostri sforzi verso la liberazione finale della coscienza nell'Assoluto. Inoltre ogni austerità che viene compiuta (come il digiuno o la veglie insieme alla meditazione e ripetizione del nome del Signore) sono davvero in grado di bruciare parte del cattivo karma che ci portiamo appresso da vite passate. Se non siamo in questo stesso momento pienamente realizzati ed Uno con Lui è solo per le ostruzioni date dal karma insieme a desideri ed attaccamenti. Liberi di ciò saremo immersi immediatamente nella beatitudine senza fine dello Spirito.

Vi lascio infine con un bellissimo video di un canto dedicato a Shiva.

Om Namah Shivaya!
Mistico


sabato 7 febbraio 2009

Invocazione al Signore

Nel post di oggi vorrei condividere con voi una poesia che ho scritto nel gennaio del 2004. A quei tempi, da pochi mesi nel sentiero spirituale, ebbi la benedizione di leggere il famoso libro di Yogananda "Autobiografia di uno yogi", libro che determinò in me un'ulteriore crescita e comprensione sulla via per ritornare a "casa" nell'assoluto infinito. La lettura di quel libro aveva risuonato profondamente dentro di me ed aveva accresciuto di molto la mia fede nell'Assoluto o Dio.

Fin da quando iniziai a meditare ebbi la benedizione di essere ricettivo ad un lato poetico che avevo nascosto dentro di me e che grazie alla quiete della meditazione riuscì ad emergere. Mi vennero date in ispirazione alcune poesie, quasi tutte di sfondo spirituale, molte dedicate a persone che ebbero una certo impatto nella mia vita altre dedicate a Lui, il nostro padre/madre cosmici.

Oggi vorrei quindi iniziare con il condividere con voi questa poesia e nel fare un breve commento della stessa grazie anche alla maggiore comprensione sviluppata negli anni.

Invocazione al Signore

O mio Signore vieni da me!
Nell'eterna beatitudine del tuo essere
vi è lo scopo ultimo di ogni essere
che ti cerca ogni altra cosa!


Illumina la mia mente di Brahman
per liberarmi dall'illusione di Maya
e soddisfare ogni desiderio in te
trovandoti dentro di me.


Quante vite ho passato nell'ignoranza
senza donarti il mio amore
legato ai doni, più che al donatore.


O mio Signore vieni da me!
Nella luce infinita
diverremo un'unica vita!


Nella prima strofa si invoca la presenza del Divino indicato come Signore, quindi in suo aspetto personale, più facile per il devoto che vuole rapportarsi con il proprio padre/madre celeste rispetto all'aspetto impersonale dell'Assoluto cosmico. Dio è descritto nei veda come Sat - Chit - Ananda, sempre cosciente, sempre esistente beatitudine, l'esperienza estatica dell'Assoluto che può essere sperimentata dal devoto nel profondo samadhi. Questa esperienza di beatitudine raggiungibile prima solo nella profonda meditazione durante il savikalpa samadhi, poi durante l'intera esistenza dello yogi nel nirvikalpa samadhi è lo scopo di tutta la creazione e di tutti gli esseri viventi. Dalle pietre, alle piante, agli insetti, agli uomini e così via, grazie all'evoluzione della coscienza a seguito di ripetute incarnazioni, l'anima "evolve" fino a giungere al suo stato naturale di unione con il tutto, in un'estasi senza fine. Solo l'uomo o un essere vivente affine dotato di un sistema nervoso abbastanza sviluppato può, con il suo libero arbitrio, decidere volontariamente di compiere le giuste azioni necessarie per giungere a questa meta finale.

Nella seconda strofa si chiede al Signore di poter ricevere l'illuminazione della coscienza per giungere a conoscere lo Spirito immanifesto, Brahman, Dio trascendente. Solo grazie alle giuste azioni e pratiche spirituali più la Grazia di Dio e del proprio Maestro spirituale ci si può liberare dall'illusione di Maya, dal sogno cosmico che fa parte della creazione duale che ci incatena con innumerevoli inganni, fino a quando diveniamo consapevoli che tutto è Uno e che la separazione è solo un'errata percezione della mente. Nell'unione con Brahman, e quindi nella liberazione ultima, ogni desiderio è abbondantemente soddisfatto in quando si trova qualcosa che vale miliardi di volte più di qualsiasi sciocco desiderio che possiamo avere in questo sogno. E' come desiderare di mangiare delle briciole: quando puoi mangiare le prelibatezze di un banchetto divino lo sciocco desiderio di mangiare delle briciole viene ben appagato molto al di sopra di ogni immaginazione.

Come esseri umani, o esseri affini in altri luoghi, abbiamo passato tante vite nell'ignoranza spirituale, troppo presi dalle ambizioni terrene, dai desideri, dai piaceri materiale e sensori, dimentichi della nostra relazione divina con il padre/madre cosmici, della nostra natura spirituale di figli di Dio. Spesso non abbiamo dedicato nemmeno un pensiero al nostro creatore, altre volte possiamo aver pregato per avere questo o quell'altro, desideri che talvolta sono stati soddisfatti senza però che i nostri cuori comprendessero chi ci aveva fatto quel dono, senza gratitudine per il divino, più attaccati ai doni che al Donatore. Il divino ama i suoi figli ed è sempre disposto ad aiutarli e sostenerli nel loro percorso, soddisfando alcuni loro desideri se questi possono essere d'aiuto per il proprio bambino o se possono aiutarlo nella comprensione della realtà delle cose. Dio ha tutto, è in ogni cosa, ma una sola cosa non ha ed è anche l'unica che possiamo donargli, quella che più di tutte ha valore, è il nostro Amore.

Per concludere si reinvoca la presenza del divino. La Luce è uno degli aspetti di Dio ed è anche dall'esperienza di unità con la Luce che deriva il termine illuminazione. Quando ci si identifica con la Luce divina si diventa consapevoli che tutto è Uno e che esiste un'unica coscienza onnipresente, onnipotente ed onnisciente, un'unica realtà di eterna beatitudine.

Namasté,
Mistico