sabato 10 gennaio 2009

Come gli occidentali attivi possono realizzare Dio

Con il post di oggi vi propongo gli ottimi consigli che Yoganandaji ha dato a tutti gli occidentali attivi per realizzare Dio. Il testo è la traduzione di parte di un discorso del Maestro.

Namasté,
Mistico

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Se stai vivendo nel mondo e non hai attaccamenti, sei un vero Yogi. "Non dare retta al corpo" significa non preoccuparsi troppo riguardo a cose superficiali. Il vero significato della rinuncia non è il doversi punire rinunciando a tutto nella vita, ma il dover sacrificare poche piccole cose per il bene più alto, Dio. Le persone mondane hanno abbandonato Dio per cose periture, ma tu devi lasciare le cose periture per Dio.

La cieca rinuncia degli oggetti materiali non assicura la libertà; è godendo della beatitudine dello spirito in meditazione e comparandola con le gioie inferiori dei sensi che il devoto diventa entusiasta nel seguire il sentiero spirituale.

Ciò che è realmente necessario è la rinuncia ai frutti delle azioni. Dio ha mandato l'uomo in questa vita così circoscritta con fame e desideri che bisogna lavorare per soddisfarli. Senza lavoro la civiltà umana sarebbe una giungla di malattie, carestie e confusione. Se tutte le persone del mondo lasciassero le loro civiltà materiali e vivessero nelle foreste, le foreste dovrebbero essere trasformate in città o altrimenti tutti morirebbero per mancanza di igiene e altre necessità. D'altra parte la civiltà materiale è piena di imperfezioni e miseria. Che possibile rimedio può essere promosso? La vita di Krishna dimostra la sua filosofia che non è necessario fuggire dalla giungla della vita materiale. Il problema può essere risolto portando Dio dove Egli ci ha posto.

Coloro che si tuffano profondamente nella vita materiale si allontanano da Dio. Crogiolandosi nel fango delle preoccupazioni mondane, essi diventano incapaci di districarsi e camminare liberamente lungo il sentiero della realizzazione del Sé.

Per evitare i trabocchetti di questi due estremi, primo della rinuncia al mondo, e secondo affogare nelle preoccupazioni materiali, l'uomo deve quindi addestrare la sua mente tramite una costante meditazione affinché egli possa compiere i necessari doveri della sua vita giornaliera mantenendo dentro la consapevolezza di Dio. Tutti gli uomini e donne devono ricordare che la loro vita mondana può essere liberata da malattie fisiche e mentali senza fine, purché essi aggiungano una giornaliera meditazione profonda alle loro routine giornaliere.

Questa dottrina della Bhagavad Gita è ben adatta alla nostra indaffarata vita moderna di molteplici preoccupazioni. Lavorare senza la pace di Dio è un inferno mentre lavorare con la felicità di Dio sempre gorgogliante nell'anima vuol dire tenere un paradiso portatile e utilizzabile dentro di te ovunque tu vada.

Noi dobbiamo essere realmente convinti nei nostri cuori che la felicità di Dio è preferibile ai piaceri dei sensi. Il sentiero proposto dalla Bhagavad Gita è il sentiero moderato, di mezzo e aureo sia per gli uomini d'affari affaccendati, sia per il più alto aspirante spirituale.
Una persona pigra non trova mai Dio. Una mente oziosa è l'officina del diavolo. Io ho visto molti sannyasi che hanno rinunciato il lavoro e sono diventati nient'altro che mendicanti. Ma le persone che lavorano per vivere senza alcun desiderio per i frutti delle azioni, desiderando il Signore soltanto, sono veri rinuncianti.

Al posto dell'attaccamento di una vita materiale bisogna sostituire l'amore dello Spirito. E' impossibile perdere il nostro attaccamento alla materia, o coscienza della materia, a meno che non diventiamo amanti dello Spirito ed abbiamo realizzato lo Spirito in tutto.
E' molto difficile praticare una tale rinuncia, ma nel pensare "Sto lavorando solo per Dio", il tuo amore diventa così grande che non hai altro pensiero nella tua mente, nessun altro obiettivo tranne che servirLo ed adorarLo. Quando tu così ami Dio che ogni cosa che fai è motivata dal desiderio di compiacerLo, sei libero.

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